L’Operatore Socio-Sanitario è una figura professionale codificata dall’Accordo sancito dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 22 febbraio 2001. La figura delineata dal profilo va a sostituire le precedenti, meno complete, indicate con gli acronimi OTA (per l’area sanitaria) e OSA (per l’area sociale).
L’Oss, a seguito del conseguimento dell’attestato di qualifica ottenuto al termine di un percorso di studi, svolge un’attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona.
In Italia le giunte regionali programmano l’attivazione dei corsi in funzione del fabbisogno professionale, stabilendo quanti saranno i posti disponibili per accedere alla formazione, per la quale gli aspiranti Oss (maggiorenni in possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado) dovranno sostenere e superare una prova di selezione. Per i cittadini non italiani è previsto, tra i requisiti di accesso, il possesso di un adeguato livello di competenza linguistica (A2 del Quadro Comune Europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue), livello minimo che consente la comprensione del piano formativo.
Sempre più ricerche ormai lo confermano: il futuro lavorativo vede nell’assistenza alla persona uno dei settori che ha ottenuta una crescita occupazionale maggiore negli ultimi anni.
Basti pensare a quanto l’aspettativa di vita sia aumentata e a quanto sia cresciuto, di conseguenza, il numero delle persone anziane alle quali è necessario prestare assistenza. Un numero che è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi decenni. E’ anche questo uno dei motivi per cui, nonostante il boom degli ultimi anni, quella dell’Operatore Socio-Sanitario (OSS) è una professione che continua ad avere grande appeal, soprattutto tra i più giovani. Il lavoro dell’OSS, in realtà, non riguarda solo gli anziani: l’OSS presta assistenza alle persone in difficoltà, come disabili e malati, riuscendo a coniugare insieme professionalità e passione, competenza e dedizione al lavoro, abilità e indole personale ad aiutare gli altri.
Ambiti di lavoro
All’articolo 3 dell’Accordo Stato Regioni, che individua il profilo professionale dell’Oss, è stabilito che l’Operatore Socio-Sanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale, che in quello sanitario, residenziale o semiresidenziale, in ambiente ospedaliero o al domicilio dell’utente.
L’Oss lavora con persone che vivono in una condizione di disagio sociale, fragili o che sono malate: anziani con problemi sociali e sanitari, famiglie, bambini e ragazzi problematici, persone disabili, adulti in difficoltà o con problemi psichiatrici, degenti in ospedale, case di cura private, residenze sanitarie, case di riposo, centri diurni o in ambito territoriale (domicilio del paziente).
L’Operatore Socio Sanitario svolge il proprio lavoro nei servizi sanitari e sociali gestiti da enti pubblici, da cooperative sociali e da privati.
Rispetto alla collaborazione con altre figure professionali, deve saper lavorare in équipe nella quale confluiscono più professionalità, come assistenti sociali, educatori, medici, infermieri, fisioterapisti e animatori. L’Oss deve documentare il proprio lavoro in modo utile per gli altri operatori.
L’Oss deve essere anche in grado di collaborare con Associazioni di volontariato e con le famiglie degli assistiti, coinvolgendo in particolare i caregiver nell’assistenza, garantendo educazione sanitaria e supporto nell’accesso ai servizi.
Competenze
La competenza specifica in ambito sanitario è la condizione necessaria per assumere la responsabilità di un intervento assistenziale. L’Infermiere coordina l’assistenza di base assegnando la tipologia di attività all’OSS dopo aver effettuato la presa in carico del paziente e pianificato l’assistenza (formulazione degli obiettivi e scelta degli interventi).
L’Operatore Socio Sanitario osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni dell’utente, collabora all’attuazione degli interventi assistenziali, valuta, per quanto di competenza, gli interventi più appropriati da proporre e collabora all’attuazione di sistemi di verifica degli interventi assistenziali. L’Oss sa attuare piani di lavoro, ed è in grado di utilizzare metodologie di lavoro comuni (schede, protocolli, ecc..).
Dal punto di vista normativo le competenze tecnico-assistenziali dell’Oss sono individuate nella tabella B allegata al decreto:
- competenze tecniche: analizzando i bisogni della persona, seguendo la teoria della piramide di Maslow, l’Oss è quell’operatore che ha acquisito le competenze necessarie per soddisfare tutti i bisogni di primo livello, svolgendo attività finalizzate a garantire l’igiene alla persona, l’espletamento delle funzioni biologiche, l’aiuto o sostegno nella mobilizzazione/deambulazione e il mantenimento di una corretta postura. L’Oss sviluppa competenze riguardo il controllo e l’assistenza durante la somministrazione delle diete, assicurando al paziente una nutrizione adeguata;
- competenze relazionali: l’Operatore Socio-Sanitario sa lavorare in équipe multiprofessionale, garantendo il suo contributo all’assistenza sanitaria al paziente; sa coinvolgere la famiglia dell’assistito fornendo sostegno; agisce secondo norme etiche e gestisce i propri interventi assistenziali con riservatezza garantendo la privacy all’utente. Molti studi hanno dimostrato come, oltre alle competenze tecnicamente caratterizzanti le figure sanitarie e quindi anche quella dell’Oss, le competenze di natura relazionale abbiano un ruolo fondamentale nel processo assistenziale, la cui non osservanza è spesso causa di fallimenti e aumentati costi sanitari e sociali. Dal punto di vista formativo, affiancandosi ai tirocinanti, sa trasmettere i propri contenuti operativi;
- competenze specifiche: l’Oss è in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell’utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecniche, rilevando e segnalando problemi generali e specifici relativi ai bisogni dell’utente; conosce le condizioni di rischio e le più comuni sindromi da prolungato allettamento e immobilizzazione; attua i principali interventi semplici di educazione alla salute e prevenzione delle complicanze in pazienti con compromesso stato di benessere.
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